Da San Diego a Vilnius: una biblioteca ebraica in Lituania
This post is also available in: Inglese, Lituano, Polacco, Francese, Tedesco, Spagnolo
Non c’è nulla di più multiculturale oggi in Lituania che la nuova biblioteca ebraica (che è anche mediateca e libreria), che a dicembre ha aperto i battenti nella capitale dello stato baltico. L’idea è semplice: tutti i libri, i film e la musica devono riguardare un soggetto ebraico, uno scrittore o un artista ebreo.
I film di Steven Spielberg dorso a dorso con testi religiosi, libri sulle sinagoghe in Turchia accanto a fotografie donate alla biblioteca, come ad esempio gli scatti dell’attore Leonard Nimoy, famoso per aver interpretato Spock in Star Trek. La maggior parte delle opere proposte (anche in vendita) saranno in inglese, ma la biblioteca custodirà anche testi in lingua russa, francese e tedesca. Non c’è limite alle lingue, l’importante è che il testo si attenga ai criteri ebraici.
Wyman Brent, il fondatore
La collezione unica di questa biblioteca è una creazione del quarantanovenne libraio americano Wyman Brent. Brent non è ebreo e non ha legami familiari con la Lituania. È semplicemente un amante della letteratura che, sette anni fa, in una libreria della sua città natale San Diego in California, si imbatté in un libro della serie del rabbino Rabbi Small, nato dalla mente di Harry Kemelman. I romanzi narrano le avventure di un detective religioso e negli anni ’60 e ’70 erano molto in voga. Da lì in poi, il suo interesse e la sua collezione di libri, film e memorabilia crebbero fino al punto in cui si rese conto che doveva farne qualcosa. Così nacque l’idea della biblioteca. Essendo già venuto a Vilnius nel 1994 durante i suoi viaggi ed essendosi innamorato delle sue strade sinuose e lastricate, delle sue cattedrali gotiche e della ricca eredità ebraica, Brent sapeva che questo era il luogo giusto. Nel 2008 spedì la sua collezione a Vilnius – circa 4.000 testi in tutto – e iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di un luogo adeguato dove collocarla. «Questa nuova biblioteca può sortire due effetti», afferma Olya Lempert, traduttrice e bibliografa bibliotecaria che frequentò l’unica scuola ebraica di Vilnius, «può risultare un assortimento insulso di ogni tipo di oggetto, o può accidentalmente trasformarsi in una graziosa collezione».
Il ministero della cultura ha messo a disposizione della biblioteca parte di uno stabile su viale Gedimino, l’arteria più grande a Vilnius, e una sovvenzione di 700.000 litas (circa 200.000 euro). Wyman, che vi ha investito 50.000 $ di tasca propria, sarà ambasciatore itinerante della biblioteca e inviterà singoli ed istituzioni a donare libri. Secondo Arunas Gelunas, ministro della cultura, «è estremamente importante per il futuro della Lituania coltivare la coscienza di essere parte di una ricca e variegata tradizione della cultura europea. Questo progetto restituirà alla vita parte del variopinto mosaico di Vilnius. Ciò permette una percezione ad ampio raggio dell’eredità culturale della nostra nazione».
Gli ebrei a Vilnius
In Lituania vivono oggi circa 5.000 ebrei (circa lo 0,1 % della popolazione), quel che rimane dei 200.000 che vivevano qui prima della Seconda guerra mondiale. Vilnius era un centro d’arte e di cultura ebraica e la convivenza con i vicini lituani, russi e polacchi era perlopiù pacifica. Oggi, della ricca eredità ebraica della Lituania è rimasta soltanto una minima parte (e pochissimo delle molte biblioteche ebraiche in funzione prima della Shoah). Il museo ebraico statale del Gaon di Vilna ed il suo affiliato, il Centro di Tolleranza, lavorano alacremente per diffondere in Lituania la conoscenza della dolorosa storia dell’Olocausto, ostacolata in larga misura dall’Unione Sovietica fino al 1990, anno in cui la Lituania divenne uno stato indipendente.
Nonostante sussistano a tutt’oggi alcuni fraintendimenti tra le comunità ebraiche lituane, quest’anno è stato indetto l’ “anno ufficiale della memoria per le vittime dell’Olocausto in Lituania”. Direttrice della mostra sull’Olocausto presso il Museo Ebraico, Rachelė Kostanian è certa negli ultimi anni qualcosa sia cambiato: «L’olocausto è penetrato un po’ di più nelle coscienze delle persone».
La vita della comunità ebraica a Vilnius è ridotta al minimo poiché ne sono rimasti soltanto pochi esponenti, e orbita soprattutto attorno al Centro della Comunità Ebraica. In un magnifico edificio d’epoca, che precedentemente ospitava la scuola ebraica “Tarbut”, i membri della comunità si ritrovano per studiare lo Yiddish, una lingua pressoché dimenticata ma largamente diffusa prima della guerra. Il centro organizza anche serate danzanti ed escursioni fuori porta per gli scolari. Il referente del gruppo giovanile, Valentin, proviene da una famiglia mista: suo padre è ebreo e sua madre è russa. Ciononostante percepisce come forte l’appartenenza al retroterra ebraico, fino al punto di tatuarsi sull’avambraccio la mano di Hamesh (popolare simbolo ebraico indicante buona fortuna), che mostra con orgoglio.
Tutti d’accordo
Valentin non è un fan delle biblioteche, ma è contento della nuova apertura e promette di andare a dare un’occhiata. Allo stesso modo la più vasta comunità ebraica sostiene la nuova biblioteca, sebbene con alcune perplessità: questo nuovo progetto rischia di essere manipolato dal governo, sia mediante l’imposizione di ciò che deve essere contenuto nella collezione, sia usandola per dimostrare al mondo occidentale che la Lituania sta facendo qualcosa per la sua eredità perduta. «Se una signora ebrea ha scritto un libro sul giardinaggio, ciò non significa che la sua operi entri di diritto nel bagaglio culturale ebraico», sottolinea la direttrice della biblioteca del museo ebraico, Rosa Levitaite. «Per me, si tratta soprattutto di una libreria di letteratura straniera». Wyman Brent non nega questo aspetto. Spera infatti di attrarre persone che desiderano anche imparare nuove lingue, che vogliano guardare film (come La guerra dei Mondi, presente nella collezione poiché la star Gene Barry è di origine ebraica) e partecipare a dibattiti. «Questa biblioteca non è soltanto per la comunità ebraica, è per chiunque. Desidero che la gente sappia del contributo che gli ebrei hanno portato al mondo.»
C’è maggiore domanda di cultura ebraica tra i lituani? «La biblioteca offre qualcosa che potrebbe affascinare i giovani, a maggior ragione se ospita eventi, mostre o incontri con personaggi interessanti», afferma Teklė Kavtaradzė, studente di cinema. Wyman promette di coinvolgere tutte le istituzioni culturali ebraiche e auspica che la biblioteca ispiri creatività e nuove scoperte nei lettori, come accadde a lui molti anni prima, quando prese in mano il libro di Rabbi Small. «Ho letto quel libro ed eccomi qui sette anni dopo. Non si sa mai cosa le persone potrebbero trovare in una biblioteca».
AUTORE Sonia Zhuravlyova, TRADUTTORE I.Per